Gli studiosi del commercio in un recente articolo hanno utilizzato i dati del Trade Data Monitor sul commercio di acciaio e alluminio per valutare l’impatto delle misure protezionistiche del 2018-2019 sulle importazioni di Stati Uniti e Unione Europea.
L'articolo di Simon Evenett e Fernando Martin, pubblicato dal Center for European Policy Research, ha rilevato che, poiché gli Stati Uniti e l’Unione Europea importano quantità relativamente piccole di metalli cinesi, “è improbabile che la leva finanziaria limitata dell’UE e degli Stati Uniti possa modificare i piani di investimento dei produttori di acciaio cinesi”. Se gli Stati Uniti e l’UE aumentassero i dazi, le esportazioni cinesi verranno reindirizzate verso “mercati terzi – e questo potrebbe non essere privo di costi per le aziende cinesi che potrebbero dover accettare prezzi di esportazione più bassi”.
Ad esempio, secondo i dati TDM, la Cina ha rappresentato solo 11% di importazioni di alluminio dagli Stati Uniti e 2% di importazioni di acciaio nel 2022.
Gli Stati Uniti e l’UE hanno negoziato un nuovo accordo sul commercio di acciaio e alluminio noto come Accordo Globale sull’acciaio e l’alluminio sostenibili, per “affrontare le emissioni di carbonio su acciaio e alluminio” ripristinando “condizioni orientate al mercato”.
Il documento rileva che “mentre gli acquisti di acciaio e alluminio da parte di UE e Stati Uniti rappresentano la metà delle importazioni mondiali, le esportazioni cinesi sono così diversificate che la leva transatlantica sui produttori cinesi rischia di deludere. Un’ulteriore deviazione degli scambi, e non un’accelerazione della decarbonizzazione cinese, è il risultato probabile di qualsiasi accordo commerciale settoriale legato al clima”.